Biologia e comportamento
Le femmine sono molto prolifiche: il periodo di gestazione dura circa 20 giorni, nascono 5-7 piccoli per ogni parto e ogni femmina può avere fino a circa 10 gravidanze nell’arco della sua vita che può arrivare fino a 3 anni o più. In ambienti protetti, come le abitazioni, i magazzini, ecc., la prolificità delle femmine può essere ancora maggiore. Il topo viene attirato dagli odori emessi dalle derrate ed è in grado di passare attraverso fessure anche molto sottili; il fattore limitante, infatti, è rappresentato dal cranio, in genere di 6 mm. Una volta passata la testa, passa anche tutto il resto del corpo. In caso di ostacoli provano a rosicchiarli per aprirsi o ampliare un varco, vengono bloccati solo dal vetro, dal cemento e da reti in metallo.
In 24 ore il topo è in grado di produrre fino a 3000 goccioline di urina e 50-75 escrementi che abbandona nell’ambiente. I pellet fecali sono di colore nero lucido appena deposti e poi opachi. Gli escrementi sono lunghi da 3 a 7 mm, in genere con una o entrambe le estremità appuntite, una caratteristica che permette di distinguere questi pellet fecali da quelli prodotti ad esempio dai ratti. Si trovano spesso nei luoghi di passaggio e dove gli individui si nutrono.
L’attività si concentra soprattutto nelle ore notturne, anche se si possono notare topi durante il giorno. È una specie piuttosto agile, si muove rapidamente, è in grado di spiccare salti e di arrampicarsi.
Vivono in gruppi famigliari caratterizzati da gerarchia, sono territoriali, i maschi effettuano ricognizioni più o meno estese a seconda della disponibilità di cibo. Marcano il territorio con l’urina, feromoni e secrezioni uro-genitali, importanti per le relazioni sociali.
Costruiscono nidi in posti riparati, utilizzando materiale di scarto rosicchiato, quali giornali, stracci, plastica, polistirolo, ecc., che raggruppano in piccole sfere posizionate anche tra gli ingranaggi di macchinari, nelle pareti coibentate di celle frigorifere, centraline elettriche, tra le coibentazioni dei tubi, negli imballaggi e in altri siti ancora.
Ambienti frequentati
In genere frequenta ambienti in cui l’igiene non è molto curata e il controllo scarso. Abitazioni, magazzini, fabbriche, depositi anche museali offrono cibo e aree adatte alla nidificazione.
Materiali attaccati
È considerato un animale onnivoro e opportunista, si ciba in genere di granaglie, frutti, è attirato anche da alimenti grassi sia vegetali sia animali (nocciole, lardo, salumi, formaggi, pesce e insetti). Non ha bisogno di acqua libera. Danneggia anche tessuti che rosicchia per aprirsi varchi o utilizzandoli per la costruzione del nido.
Danni
Il topo domestico danneggia le derrate alimentari di cui si nutre, non solo per la quantità asportata, che per ogni individuo è stimata in circa 3 g al giorno, ma soprattutto per l’inquinamento che ne deriva dovuto agli escrementi e alle urine che il topo abbandona sul substrato frequentato, nonché ai peli; tracce oleose si depositano lungo i passaggi degli individui. Gli ambienti frequentati dai topi assumono il caratteristico odore dovuto soprattutto alle urine.
A questo danno si deve aggiungere quello causato dai rosicchiamenti: il topo (come i ratti) porta, anche da adulto, incisivi in continua crescita, ha la necessità di tenerli affilati evitandone così l’eccessivo accrescimento. Rosicchia parecchi materiali come legno, plastica, cavi elettrici, attività utile al topo anche per aprirsi dei varchi, esplorare nuovi ambienti e raggiungere il cibo, ma molto deleteria per le attività umane perché talora è causa di cortocircuiti, e in casi rari addirittura di incendi. Altri problemi possono essere causati dalla costruzione dei nidi, effettuata ammucchiando rimasugli di vari materiali radunati o rosicchiati in anfratti sufficientemente protetti e difficili da raggiungere per la rimozione