Cimici dei letti

(Cimex lectularius Linnaeus)

Biologia e comportamento

Tutti gli stadi della cimice dei letti succhiano sangue da animali a sangue caldo, soprattutto dall’Uomo, ma in mancanza di questi si nutrono a spese di altri mammiferi e uccelli. Le cimici dei letti sono attive di notte, in particolare dopo mezzanotte e pungono l’ospite quando si riposa e durante il sonno. Le parti del corpo colpite sono soprattutto il viso, il collo, le braccia e le mani. Si nutrono una volta ogni 1-2 settimane. Il tempo impiegato per una pasto completo è di circa 5-10 minuti.
L’accoppiamento avviene una sola volta e il maschio inserisce i genitali esterni in un punto della cavità addominale della femmina, rilasciando gli spermatozoi.
La femmina depone 4-5 uova al giorno nelle cuciture dei materassi, nelle fessure, dietro agli zoccolini delle pareti, … Spesso si legge che nell’arco della vita, una femmina può deporre da 200 a 500 uova, studi recenti hanno dimostrato come le femmine abbiano un potenziale di ovideposizione decisamente più limitato (50 uova circa). Le uova schiudono in 1 o 2 settimane. Ogni stadio ha bisogno di sangue per poter passare al successivo, in caso di mancanza di cibo la specie ha capacità di sopravvivere per periodi anche molto lunghi (più di un anno).
Gli adulti vivono per molto tempo (6-12 mesi).
Il corpo, fortemente schiacciato, permette all’insetto di infilarsi ovunque, anche in fessure molto piccole.
Quando l’insetto non si nutre rimane nascosto nelle fessure, poiché rifugge la luce e ama i posti molto stretti, è molto difficile individuarne la sua presenza.
Generalmente nei luoghi di riposo adulti e stadi preimmaginali convivono, stimolati dai feromoni di aggregazione e dal contatto fisico.
Quando si sentono minacciati emettono un feromone di allarme che provoca la dispersione allo scopo di sfuggire il pericolo.
Negli ambienti infestati si rileva un odore dolciastro.
I fattori limitanti per lo sviluppo di infestazioni enormi di cimici sono la temperatura e la presenza di ospiti, mentre l’umidità non gioca un ruolo così importante perché la specie ne tollera range molto ampi (10%-70%), anche se gli stadi giovanili sono più suscettibili degli adulti.
A 30 °C Cimex lectularius completa il ciclo in poco più di un mese.
Al di sotto dei 13 °C il ciclo vitale si interrompere così come al di sopra dei 37 °C (ma l’insetto non muore).

Ambienti frequentati

L’insetto non è dotato di particolari strutture morfologiche per aggrapparsi agli esseri umani (come avviene per esempio nei pidocchi, con zampe modificate atte ad afferrare i capelli) pertanto le cimici infestano i luoghi frequentati dalle persone ma non si trovano mai sul corpo di queste. Si annidano su capi di abbigliamento, lenzuola, coperte e tramite questi vengono diffuse in altri ambienti; sono in grado di trovare rifugio, ad esempio, nei mobili, dietro alla carta da parati, mentre non amano superfici di plastica o metallo.
Abitazioni, hotel, ostelli, treni, navi sono gli ambienti in cui la cimice dei letti trova anfratti adatti in attesa del pasto di sangue.
L’infestazione è rilevabile dalla presenza degli insetti stessi e dalle macchie fecali sui materassi e nelle crepe. Si tratta di piccole macchie raggruppate, di colore marrone-nerastro, costitute da sangue digerito.

Materiali attaccati

Le cimici dei letti pungono l’Uomo per nutrirsi del sangue, in tutti gli stadi.

Danni

Le cimici dei letti appartengono al gruppo di insetti direttamente dannosi all’Uomo.
La puntura, di per sé, è indolore ma provoca lesioni eritemato-edematose che in alcuni casi possono assumere carattere preoccupante. Congiuntiviti, riniti e asme bronchiali sono state segnalate su individui che hanno soggiornato in ambienti particolarmente infestati, causate da allergeni prodotti dalle cimici.
Parecchie persone, dopo numerose punture, hanno dimostrato l’insorgenza di ipersensibilità.
In molti casi si osserva la persistenza delle lesioni, accompagnate da forte prurito; questo porta i soggetti colpiti a grattarsi, peggiorando la situazione, in quanto si possono manifestare infezioni batteriche secondarie.
Dagli studi effettuati emerge come le punture delle cimici non siano responsabili di trasmissioni di patogeni per l’Uomo.
I sintomi da punture sono generici e non immediatamente ricollegabili a questi insetti, quindi spesso si fatica a individuarne la vera causa.